Roma, la mappa dei centri sociali che occupano abusivamente immobili comunali

Altro che movimenti di lotta. Hanno mediato per anni con la politica, ottenendo assegnazioni mai formalizzate che spacciano fra i loro simpatizzanti per “occupazioni”. Dovrebbero pagare un affitto al Comune di Roma, ma in molti non hanno mai sborsato un euro, in alcuni casi perché sull’assegnazione provvisoria – mai trasformata in regolare concessione – non c’è nemmeno segnato l’importo dovuto. Ora che il Campidoglio sta tentando di rientrare in possesso dei propri immobili — scrive Il Tempo — sperando che vengano riaffidati con bando regolare e aperto a tutti, protestano, invadono le strade, gridano al complotto e organizzano petizioni di solidarietà dietro le quali si nasconde soltanto la voglia di continuare a fare business. Già, perché dietro la scusa dei centri sociali si nascondono birrerie, ristoranti, discoteche e liveclub. Soldi che in buona parte finiscono direttamente nelle casse dei movimenti per la casa di estrema sinistra, gli stessi che si rendono protagonisti degli scontri con le forze dell’ordine alle manifestazioni e magari ottengono dalle istituzioni sanatorie sulle loro occupazioni, come avvenuto la scorsa settimana con le assegnazioni degli alloggi Ater dalla Regione Lazio.

La rete delle associazioni sta protestando da settimane contro le lettere del Comune che stanno arrivando presso le loro sedi e che intimano la riconsegna delle chiavi, oltre al rimborso di morosità pari a centinaia di migliaia di euro. Ben 12 quelle sull’orlo dello sfratto. Fra i più attivi — continua Il Tempo — ci sono i militanti di Esc, il piccolo spazio “autogestito” in via dei Volsci, punto di riferimento per tutta l’estrema sinistra di San Lorenzo: un’assegnazione provvisoria e una morosità che si perde nella notte dei tempi. «Esc non si tocca», gridano i militanti: a gennaio hanno occupato prima gli uffici del Municipio 2, poi quelli del Dipartimento capitolino. «Chiediamo che si ponga fine alle minacce di sgombero, e che si avvii una discussione sui modi possibili di uso collettivo del patrimonio pubblico», che nel loro lessico significa: «Dateci l’immobile gratis, senza bando, e non rompete le scatole». Aver intaccato l’inviolabilità di Esc è sicuramente la “colpa” più grande delle istituzioni: in via dei Volsci, infatti, si coordinano le azioni di tutto il quartiere, e oltre. Ma c’è dell’altro. Nelle liste delle concessioni irregolari, finite all’attenzione della Corte dei Conti e della Procura di Roma, ci sono anche i centri sociali La Torre di Casal de’ Pazzi e Corto Circuito di Cinecittà, i cui militanti sono fra i più agguerriti: anche qui nemmeno un euro è stato mai pagato al Comune, da oltre 10 anni. E anche i gestori di Astra19 a via Capraia hanno morosità pregresse di decine di migliaia di euro: non solo, grazie a un “regalo” delle precedenti amministrazioni, gli stessi personaggi riuscirono a ottenere l’assegnazione di un altro immobile poco distante, in via Monte Meta 21, anche in questo caso senza che fosse stipulato un regolare contratto. E da giorni nel Municipio III Nomentano la tensione è altissima. Nella stessa situazione l’Angelo Maj, in via Terme di Caracalla, l’Init e lo Scup di via della Stazione Tuscolana, il Villaggio Globale al Testaccio e l’Aura e Marco a Spinaceto.

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